I nuovi orizzonti dello studio degli OGM

L’II.SS. “Leonardo da Vinci” ha aderito ad un progetto facente parte di un’iniziativa denominata “La scienza a scuola”. Lo scopo di tale iniziativa consiste nello sviluppo di collegamenti tra il mondo della ricerca scientifica universitaria e quello della scuola, nel porre i giovani studenti in ascolto dei “racconti” dei ricercatori professionisti.Screenshot_20181209-234303
In questo contesto, la nostra scuola ha ospitato, mercoledì 14 novembre, il prof. Giuseppe Saccone, genetista e docente universitario presso il Dipartimento di Biologia dell’Università “Federico II” di Napoli, il quale ha illustrato varie tematiche relative all’utilizzo delle biotecnologie in ambito agricolo, medico ed entomologico.
Il tema principale della conferenza è stato quello della ricerca in merito agli OGM (Organismi Geneticamente Modificati) e alla loro utilità. In seguito ad un’introduzione su concetti basilari di genetica (geni, genoma) e sugli studi condotti da Darwin in merito all’evoluzione, il professor Saccone ha introdotto il concetto di OGM. Gli organismi geneticamente modificati possono essere suddivisi in due categorie: OGM classici (ottenuti mediante agricoltura o selezione artificiale) e OGM moderni o molecolari (prodotti da biotecnologie e genetica molecolare).
È interessante notare come un OGM classico possa essere rappresentato dalla maggior parte dei vegetali di cui ci cibiamo quotidianamente, essendo il risultato di selezione artificiale (si pensi che il colore originario della carota fosse il nero-viola, fino a quando non è stata introdotta quella arancione mediante una mutazione genetica indotta di quella originale).
Gli OGM molecolari, invece, sono originati a partire da una speciale molecola, detta plasmide, nella quale si innesta il DNA da trasferire, e da un enzima, il Cas9, utile a modificare la sequenza del codice genetico.
Un esempio proposto dal professor Saccone è stato quello della genesi di insulina (utile contro il diabete) mediante il batterio Escherichia coli. Infatti, innestando in un plasmide il gene umano dell’insulina e inserendo questo nel batterio, quest’ultimo, riproducendosi, riprodurrà anche il gene dell’insulina, che potrà essere estratto e in seguito venduto come farmaco.
Il professor Saccone ha descritto gli sviluppi tecnologici ed industriali della suddetta ricerca: tra le più importanti industrie del settore troviamo la Genentech di San Francisco, che in appena trent’anni anni ha raggiunto il complessivo valore di circa 120 miliardi di dollari ed ha il merito di aver realizzato un farmaco che blocca la crescita di un tumore, la cui scoperta è merito di un biologo italiano, Napoleone Ferrara.
Infine, il prof. Saccone ha terminato evidenziando come, ironicamente, frutta e verdura da noi mangiate quotidianamente abbiano in realtà molte più modifiche genetiche di un OGM molecolare. Da ciò egli ha quindi dimostrato come la popolare credenza del “cibo geneticamente modificato fa male” sia solo una conseguenza della generale ignoranza sull’argomento, motivo per cui la conferenza si è conclusa con un generale invito da parte dell’esperto ad informarci maggiormente in questo campo della biologia.

Articolo di Matteo Fusaro (IV D) 

foto di Asia Festa 

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